Quando L’olio Del Lago Di Como Conquistò Parigi (E Non Solo)

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Sulla sua tavola non poteva mancare mai e questa gourmet ante litteram, questa signora dell’eleganza culinaria, era Teodolinda. Il sapore a cui la regina dei Longobardi non poteva rinunciare era l’olio del Lago di Como, precisamente l’olio proveniente dagli uliveti della Tremezzina. Quello stesso olio che ancora oggi esce verde e profumatissimo dal Frantoio Vanini, a Lenno, storico fornitore del Grand Hotel Tremezzo. La storia di questa piccola azienda, e della famiglia che da sei generazioni la gestisce, inizia nel 1850.

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Il primo riconoscimento internazionale arriva nel 1905 quando l’oleificio viene premiato con la medaglia d’oro alla Expo di Parigi. Da allora il sapore leggermente fruttato di quest’olio extra vergine, con sentori che vanno dal carciofo alla mandorla, ha conquistato un posto particolare nella cucina del Lago di Como. Merito della selezione rigorosa delle olive, che discendono direttamente dal cultivar portato dai coloni greci, al seguito di Giulio Cesare nel I secolo a.C.

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Anche la tecnologia del Frantoio Vanini rende omaggio alla tradizione artigianale. Le olive sono lavorate appena raccolte e l’estrazione avviene sempre a freddo, con temperature che non superano i 27°, per mantenere inalterata la ricchezza organolettica della materia prima, dai minerali alle vitamine, alle sostanze antiossidanti così preziose per l’organismo.

Naturale che Osvaldo Presazzi, executive chef del Grand Hotel Tremezzo, abbia trovato nell’olio Vanini un ingrediente fondamentale per la sua cucina. L’abbinamento perfetto? Pesce persico e lavarello, appena scottati e sfilettati davanti ai nostri ospiti, e un goccio di “nettare” della Conca dell’olio, la Zoca de l’oli di cui fa parte anche il giardino secolare del Grand Hotel Tremezzo. Inutile chiedere al nostro Chef di svelare il segreto di un piatto così semplice e virtuosistico insieme. Ha appena ricevuto la telefonata di Igor, storico pescatore del lago, ed è corso al pontile del Palace per ricevere una cassa di pesce appena pescato. Ma se proprio insistiamo, il grande Chef, allievo di Gualtiero Marchesi, un’idea dell’ingrediente segreto ce la dà. E sorridendo ripete: “Freschezza, freschezza, freschezza”.